domenica 3 marzo 2024

VATICAN VAX: BERGOGLIO HA UNA NUOVA FEDE?


 

di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

Si conferma la politica vaccinista della Chiesa di Jorge Bergoglio che, il 10 febbraio scorso, ha nominato la Professoressa Katalin Karicò, docente presso l’Università di Sveget, in Ungheria, membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita. La Karicò è considerata l’inventrice del siero covid mRNA o, meglio, del metodo per sostituire la uridina con N1-metilpseudouridina che è servito a rendere il mRNA dei cosiddetti “vaccini” più resistente alla degradazione naturale e quindi più duraturo nel corpo degli inoculati.
Nell’articolo che pubblichiamo di seguito a questa introduzione (lo rilanciamo con il permesso dell’autore che l’ha scritto per La Nuova Bussola Quotidiana) il professor Paolo Bellavite sottolinea la potenziale pericolosità delle proteine indesiderate che possono essere prodotte a seguito della vaccinazione e muove dubbi rispetto a questa nomina che appare profondamente incoerente per la Pontificia Accademia per la Vita dal momento che alcuni di questi vaccini contengono anche materiale derivato da aborti volontari. Bellavite fa notare, inoltre, che la Karicò siederà accanto ad altri due convinti vaccinisti: Walter Ricciardi che è stato nominato nel 2021 (fu responsabile, insieme alla ministra Lorenzin, della stretta sull’obbligo vaccinale che ha escluso i bambini non in regola da nidi e asili) e il professor Angelo Vescovi, biologo e farmacologo che si è espresso pubblicamente e duramente contro i medici sfavorevoli alla vaccinazione.
Per completezza, bisognerebbe aggiungere che in seno alla Pontificia Accademia per la Vita dal 2022 c’è anche un’altra presenza piuttosto controversa: quella di Mariana Mazzucato, accademica internazionale, agenda contributor per il World Economic Forum (WEF) nonché membro della Task Force pandemica di Vittorio Colao durante i lockdown del governo Conte e aperta sostenitrice dell’aborto.
Dunque, due brevi considerazioni prima di concludere.
In primo luogo, non può lasciare indifferenti il riconoscimento politico da parte della Chiesa a queste persone che a vario titolo hanno contribuito e contribuiscono a rendere inattaccabile la narrazione sui vaccini. Come se, ignorando totalmente tutti quelli che sono stati danneggiati, o peggio hanno perso la vita in seguito alla inoculazione (per molte categorie obbligatoria), si volesse in qualche modo zittire un dibattito serio su questa tematica tanto delicata.
In seconda battuta non si può non ricordare che quando l’undici febbraio 1994 Giovanni Paolo II istituì la Pontificia Academia per la Vita con un motu proprio scrisse che “scienza e tecnica, poste al servizio della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, devono contribuire al bene integrale dell’uomo” e che compito della PAV sarebbe stato quello di “studiare in un’ottica interdisciplinare i problemi riguardanti la promozione e la difesa della vita, di informare in maniera chiara, tempestiva e capillare i responsabili della Chiesa, delle varie istituzioni di scienze biomediche e delle organizzazioni socio-sanitarie su quanto è stato oggetto di studio, nonché di formare, nel rispetto del magistero della Chiesa, a una cultura della vita”. Il Papa precisò, inoltre, che i membri dell’Accademia avrebbero dovuto essere nominati dal Santo Padre “sulla base della loro serietà professionale, della loro competenza e del loro inequivocabile servizio al diritto alla vita di ogni persona umana” e che la qualità di accademico si sarebbe persa in caso di azione o dichiarazione pubblica contraddittoria ai principi relativi al valore della vita e della dignità della persona.
Obiettivamente, queste nomine danno di che riflettere. Come hanno dato da riflettere, a suo tempo, le parole del Pontefice “Il vaccino è un atto di amore”le iniezioni di COVID-19 imposte ai giornalisti dell’aereo dei viaggi apostolici quando l’obbligo in larga parte era decaduto nel resto del mondo, e come ha dato da riflettere, ancor di più, la vicenda della guardia svizzera costretta a lasciare il Vaticano per il suo rifiuto di sottoporsi alla siringa mRNA (non è stato l’unico caso, altri colleghi o si sono dimessi o sono stati licenziati).
Per la maggior parte della popolazione cattolica continua a essere tutto normale e regolare?

* * *

di Paolo Bellavite, lanuovabq.it

Con uno scarno comunicato la agenzia SIR fa sapere che il 10 febbraio il papa ha nominato Katalin Karikó membro ordinario della Pontificia Accademia della Vita.

Invece che recitare un mea culpa sulla giustificazione dei prodotti contenenti materiale derivato da aborti volontari (AstraZeneca e Johnson & Johnson), invece di ritrattare le improvvide dichiarazioni sull’efficacia “altruistica” degli inoculi biotech (fatte nell’agosto 2021 e poi ripetute quando già si sapeva che erano false), invece di spendere una parola di compassione per i moltissimi danneggiati e le danneggiate che gli hanno creduto, Bergoglio ora insiste sulla linea vaccinista ad oltranza.

Chi è Karikó? Insieme a Drew Weissman, Katalin Karikó ha ottenuto il Premio Nobel per la Medicina per l’invenzione del metodo per sostituire la uridina con N1-metil pseudouridina, che è servito a rendere il mRNA dei cosiddetti “vaccini” più resistente alla degradazione naturale e quindi più duraturo nel corpo degli inoculati.

Peccato che ciò si sia rivelato anche il modo per prolungare la produzione di proteina spike tossica da parte delle cellule in cui le nanoparticelle sono riuscite ad entrare e quindi la ragione di tanti inattesi effetti avversi e di autoimmunità. Peccato che la biodistribuzione nel corpo umano e la cancerogenicità di tali nanoparticelle non è stata mai studiata. Un altro guaio inatteso è che si generano nuove proteine come risultato del “frameshifting” ribosomiale: i ribosomi “leggono” male la sequenza e di tanto in tanto saltano delle basi e quindi creano nuovi moduli di lettura (ORF, Open Reading Frames), cambiando il prodotto in termini di aminoacidi. Le proteine derivate da tali errori sono anomale, inesistenti in natura e quindi potenzialmente pericolose.

La formazione di queste proteine fuori bersaglio non è descritta nel foglietto illustrativo dei prodotti, ma la scoperta che le proteine indesiderate possono essere prodotte a seguito della vaccinazione dovrebbe essere motivo sufficiente per le autorità di regolamentazione per condurre valutazioni complete del rischio dei danni passati o futuri che potrebbero derivarne.

Con questa nomina si conferma la linea di Bergoglio verso la promozione del vaccinismo estremo e acritico. Ricordiamo che un altro membro della stessa Accademia nominato nel 2021 è Walter Ricciardi, che sostenne a spada tratta la ministra Lorenzin con le sue balle su morbillo, polio e difterite, spinse verso l’obbligo vaccinale e gioì della radiazione di pochi medici “dissenzienti”. Karikó nell’Accademia si troverà anche in compagnia con Angelo Vescovi, noto per le sue ricerche sulle staminali e anche per aver dichiarato che «chi non si vaccina non può fare il medico» e simili amenità.

Proprio un bel trio, che influenzerà le dichiarazioni ufficiali in materia per i prossimi anni. In Vaticano si continua ad adorare il dio vaccino, perdendo sempre più credibilità.

Paolo Bellavite
FONTE: https://lanuovabq.it/it/un-nobel-alla-pav-per-lodare-e-incensare-il-dio-vaccino
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Paolo Bellavite è medico ed ematologo, ha insegnato Patologia Generale presso l’Università di Verona fino al 2017, ora continua studi e ricerca biomedica come indipendente. Si è occupato di tecniche di laboratorio, stress ossidativo, immunofarmacologia, medicine complementari, storia della medicina, vaccinologia.
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ComeDonChisciotte.Org

sabato 2 marzo 2024

Biden vuole che il G7 doni i beni sovrani congelati della Russia all’Ucraina




 




Il presidente Biden vuole che i paesi del G7 sviluppino un piano per far sì che i beni sovrani congelati della Russia vengano consegnati all’Ucraina al fine di sostenere lo sforzo bellico, 


ha riferito Bloomberg . La fonte di Bloomberg ha anche affermato che il presidente degli Stati Uniti ha avvertito in privato gli alleati che il collasso dell'Ucraina e una vittoria russa significherebbero che l'ordine internazionale sarà effettivamente distrutto almeno per il prossimo mezzo secolo.

" I funzionari del G-7 hanno discusso le opzioni per utilizzare i 280 miliardi di dollari di beni immobilizzati della Banca Centrale russa , compreso l'uso del denaro come garanzia per aumentare il debito o emettere garanzie contro i fondi congelati, hanno detto le persone, che hanno parlato a condizione di anonimato, "secondo il rapporto . Secondo quanto riferito, Biden vuole un piano solido proposto in occasione del vertice italiano del G7 di giugno. Gli Stati Uniti hanno lavorato dietro le quinte per creare consenso.


Secondo quanto riferito, il Regno Unito e il Canada sarebbero a bordo, ma non la Germania e la Francia. All'inizio di questa settimana la Francia ha espresso con fermezza il suo rifiuto di sequestrare i fondi bancari russi congelati.


"Non pensiamo che questa base giuridica sia sufficiente", ha detto il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire dopo l'incontro dei ministri delle Finanze del G7 in Brasile mercoledì.


"Questa base giuridica deve essere accettata non solo dai paesi europei, non solo dai paesi del G7, ma da tutti gli stati membri della comunità mondiale, e intendo dire da tutti gli stati membri del G20. Non dovremmo aggiungere alcun tipo di divisione tra i paesi del G20 ."


Gli oppositori, compresi ovviamente gli stessi funzionari russi, hanno sottolineato che un simile atto sarebbe un vero e proprio furto sfacciato .


Il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov in risposta ha avvertito : "Abbiamo modi per rispondere. Abbiamo anche congelato volumi sufficienti di attività finanziarie e investimenti di investitori stranieri nei nostri titoli, trasferimenti che effettuiamo tutti per i proprietari dei nostri titoli".


L’Europa deve accettare qualsiasi spinta statunitense volta a congelare i fondi bancari, dal momento che la maggior parte del denaro russo – circa 200 miliardi di dollari – è detenuto dalle banche europee . In uno scenario del genere Mosca potrebbe considerare il “furto” alla stregua di un atto di guerra.



Tuttavia, la segretaria al Tesoro Janet Yellen non si è lasciata scoraggiare quando è stata in Brasile questa settimana. "È necessario e urgente che la nostra coalizione trovi un modo per sbloccare il valore di questi beni immobilizzati per sostenere la continua resistenza dell'Ucraina e la ricostruzione a lungo termine", aveva detto da San Paolo, parlando a 20 ministri delle finanze e governatori delle banche centrali.


"Credo che ci siano forti ragioni di diritto internazionale, economiche e morali per andare avanti. Questa sarebbe una risposta decisiva alla minaccia senza precedenti della Russia alla stabilità globale", ha aggiunto.

sabato 30 dicembre 2023

Caso Verdini, chiavette usb e incontri: «Così padre e figlio pilotavano gli appalti»


 




Ecco come funzionava il "sistema" dei Verdini


Mentre sta già producendo turbolenze politiche, l'inchiesta sui Verdini concede nuovi dettagli. Il Corriere della Sera racconta quello che i magistrati considerano il "sistema gestito da Denis e Tommaso Verdini", che sarebbe stato "testato sull’azienda Anas, era pronto per essere esportato ovunque le relazioni lo consentissero". 


È Denis Verdini, secondo i magistrati della procura di Roma, lo "stratega" e "socio di fatto" della Inver e ruota intorno a lui l'inchiesta su alcune commesse Anas che ha portato all'arresto di cinque persone tra cui suo figlio Tommaso. Nelle 82 pagine di ordinanza di custodia cautelare si parla anche dell'ex senatore di Ala che, nella vicenda, compare solo nelle vesti di indagato. "Emerge infatti che Denis Verdini è socio di fatto della Inver e percepisce in nero parte delle somme introitate dalla Inver, decide la sua strategia (sia sul versante privatistico che su quello pubblicistico) è colui che in virtù del suo peso politico e dei suoi rapporti con il sottosegretario Freni e con il dottor Bruno che incontra presso l’abitazione o il ristorante del figlio, assicura sponde o appoggi istituzionali tali da consentirgli - si legge nelle carte -, direttamente o tramite il figlio Tommaso, e Fabio Pileri di promettere e garantire ai vari Cedrone, Veneri, Petruzzelli avanzamenti di carriera in Anas o ricollocamento in posizioni lavorative di rilievo".


Quali erano gli ingredienti di questo sistema? Scrive il Corriere: "chiavette cariche di documentazione (riservata) che atterrano puntuali sulle scrivanie degli imprenditori. Funzionari pubblici che discutono di appalti con i responsabili delle aziende evidenziando una commistione di interessi proibita. Consulenti che, una volta perquisiti, pianificano acrobatiche strategie finanziarie per eludere i controlli". 


Tra le carte citate del Corriere si legge: "Tre giorni dopo l’esecuzione delle perquisizioni Pileri (Fabio Pileri, indagato per corruzione e colpito da interdittiva, ndr) mostrandosi preoccupato per il rinvenimento delle pennette, in una intercettazione ambientale riferendosi a Ciccotto (Angelo Ciccotto, imprenditore indagato, ndr) ha esclamato: “Vuoi scommettere che lo scemo l’ha salvata sul computer?”».


Secondo il Corriere della Sera, "quella chiavetta usb rintracciata dagli esperti del nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf era stata consegnata, con il suo carico di informazioni preziose su una gara d’appalto, a Ciccotto poco tempo prima («L’ho lasciato contento — aveva fatto sapere Pileri al socio Tommaso Verdini — gli ho dato quella pennetta»)".


"Una serie di alti e bassi imprenditoriali condanna Ciccotto a veder sfumare i propri traguardi al tavolo degli appalti Anas. In quel caso Verdini jr promette di strapazzare il funzionario Domenico Petruzzelli venuto meno al patto di lealtà nei confronti dell’imprenditore", prosegue il Corriere della Sera.


"Ma come pagavano gli imprenditori?",si chiede il Corriere della Sera: "Spesso in contanti. Altre volte, secondo gli investigatori, tramite consulenze fittizie. Certo, in seguito alle perquisizioni della Gdf le preoccupazioni si erano intensificate: «È emerso che Denis e Tommaso Verdini, unitamente a Pileri, a seguito delle perquisizioni subite si stavano adoperando per proseguire il rapporto con gli imprenditori, interponendo una ulteriore società".

Università, le rivelazioni shock dell'ex "barone": "I concorsi? tutti pilotati. E le ricerche farlocche"




Parla il professor Emilio Campos, vicepresidente della Società oftalmologica italiana: "Professori scelti con criteri perversi, accordi tra commissari. La ricerca? pagata dalle aziende e gli articoli scritti dal personale delle case farmaceutiche"



Concorsi pilotati. Trasferimenti di ateneo concordati a tavolino. Assunzioni realizzate con “criteri perversi”, tanto le capacità dei docenti non contano. Specializzandi trascurati e usati come “tappabuchi”. Attività di ricerca “farlocca”: pagata dalle case farmaceutiche, è svolta dal loro personale per brevettare i prodotti, ma firmata dai docenti universitari “che così diventano esperti del glaucoma, delle maculopatie o di altro”. Ecco il j’accuse del vicepresidente della Società oftalmologica italiana (Soi), Emilio Campos, già ordinario di Malattie dell’apparato visivo nell’ateneo di Bologna e presidente della Commissione per la selezione dei candidati all’abilitazione scientifica nazionale (l’organismo che valuta i docenti in fieri di Oculistica).

In realtà, precisa Campos, “la mia analisi interpretativa delle gravissime criticità del reclutamento, della ricerca, della didattica e via dicendo, va oltre i recinti dell’Oculistica italiana e interessa anche il resto delle specializzazioni medico-chirurgiche”.  La denuncia di Campos, che è stato anche direttore della Scuola bolognese di specializzazione, si trova nel sito web della Soi (che associa 4.700 dei settemila oculisti italiani). Ed è proposta in forma di sette video-lezioni che l’autore chiama “episodi”. Titolo: “Quale direzione sta prendendo l’Oftalmologia accademica italiana?”.

“Come credete che, nel corso degli anni, siano stati scelti i professori di Oftalmologia?”, chiede Campos. “Con criteri, consentitemi di dire, perversi”, risponde. “Le metodologie adottate per promuovere o bocciare un candidato docente in un concorso - argomenta - sono lasciate agli accordi tra i commissari più che alla valutazione delle capacità dell’esaminando”. “Per intraprendere la carriera universitaria - continua - bisogna, innanzitutto, dimostrare di essere un ottimo e fidato portaborse; in secondo luogo, bisogna essere lievemente meno brillanti del maestro per non oscurarne i meriti e, infine, non guasta essere figli o affini di un oculista o, ancora meglio, di un professore di Oftalmologia”.

“Ci sono docenti di ruolo che hanno fornito casistiche operatorie non veritiere”, accusa Campos. E, una volta scoperto il millantato credito, “sono rimasti al loro posto”. Come si può vincere un concorso? “Anche minacciando i commissari”. “L’intimidazione, purtroppo, funziona: il maestro di un candidato che annuncia un ricorso ha di fatto sempre avuto una sorta di potere di veto”. Comunque, precisa Campos, “non interessa ad alcuno selezionare un bravo oculista, ciò che conta è dimostrare il proprio potere sistemando tante persone fedeli”.
Campos affronta il tema dei concorsi anche dall’angolazione dei perdenti: “Quanti sono diventati specialisti nei ricorsi -  argomenta - non si rendono conto che potrebbero essere oggetto di indagini penali con elementi probatori di peso notevole”.

E in quanto a ricerca e innovazione come stanno le cose in Italia? “Siamo contenti se riusciamo a mettere in atto terapie proposte dai nostri colleghi stranieri; da noi, l’Oftalmologia, da decenni, non fa progresso alcuno”. E gli oculisti?  “I colleghi liberi professionisti e gli ospedalieri sono molto più propensi degli universitari a introdurre nuove metodologie di diagnosi e cura”.
Campos racconta anche come si decidevano fino a qualche anno fa trasferimenti e rimpiazzi nelle università: “Se un docente andava in pensione, sul posto liberato, al quale aspiravano più persone, si metteva in movimento una giostra, con scambi di sede tra vari professori che, alla fine, lasciavano libero il posto più periferico, quello meno ambito”.

“Questo meccanismo - continua Campos - è rimasto pressoché immutato dalla fine dell’Ottocento a tutti gli anni Settanta; ora le cose sono cambiate ma il criterio alla base delle scelte è rimasto: la qualità del docente è l’ultima cosa che interessa; quel  che conta è la maggiore abilità del candidato a entrare in questa logica”. E gli specializzandi? “Sono considerati solo una forza lavoro in più che, gradita ai rettori e al personale affrancato dallo svolgimento di attività tediose, vengono utilizzati come tappabuchi”. E gli universitari? “Si sentono un casta, sono una lobby con grande senso di appartenenza”.

E la ricerca? “La cosiddetta ricerca”, precisa Campos. “Negli ultimi anni è tutta farlocca: pagata dalle industrie farmaceutiche che hanno bisogno di dati da raccogliere per ottenere la certificazione dei loro prodotti e aprire canali speciali per la pubblicazione dei risultati conseguiti”. “Di questa ricerca, si fanno belli molti oculisti”, assicura Campos. “È un sistema utilizzato da tante aziende per creare degli opinion leader su temi specifici, dalla retina al glaucoma”. “Questa ricerca, però, è inutile: gli articoli pagati dalle ditte farmaceutiche, spesso vengono addirittura scritti dal loro personale anche se gli autori figurano essere gli oculisti che, in questo modo, diventano di volta in volta, esperti delle maculopatie, esperti del glaucoma, etc.”.
Tutto da rifare, insomma? “Qualcosa di buono si intravede”, osserva speranzoso Campos, “in alcune università italiane si comincia a guardare al merito e, allora, si chiamano dall’estero i docenti di chiara fama; è accaduto di recente a Trieste per la Chirurgia plastica e la Dermatologia, per esempio”.

Ci sono tensioni nella Soi? “Sì, come accade nelle migliori famiglie”. E qual è il pomo della discordia? “Sempre l’università: alcuni consiglieri della Soi avrebbero voluto destituire il presidente per utilizzare le stesse pratiche che si consumano nel mondo accademico”. Anche se, nel sito web della Società oftalmologica italiana, non mancano critiche dello stesso tenore rivolte al presidente da parte della componente universitaria.

Fonte La Repubblica 

venerdì 29 maggio 2020

OGGI SAPPIAMO PERCHÉ MOLTI VIP INDOSSAVANO LA MASCHERINA IN ESTATE E AUTUNNO 2019





Il 20 settembre 2019 una giornalista si chiedeva cosa rappresentava la moda del momento da parte di alcuni vip vicino all'élite di indossare la mascherina sul viso. Oggi, otto mesi dopo, sappiamo quale era il motivo. Le motivazioni per giustificare l'uso della mascherina da parte dei vip date allora, erano totalmente inconsistenti. Come è noto tra i ricercatori indipendenti (volgarmente definiti "complottisti"), gli Illuminati o Deep State, anticipano le loro mosse strategiche mediante segnali simbolici in film, arte e mode. La pandemia è stata pianificata, come erano pianificate le contromisure a riguardo quali mascherine, guanti e distanziamento sociale.




Già prima dello scoppio Coronavirus le mascherine protettive si sono diffuse come accessorio da indossare nei luoghi affollati e anche le case di moda le hanno proposte come anti-smog. Inoltre ci si mettono anche i vip: Fedez, Junior Cally o Billie Eilish, che l'ha sfoggiata agli ultimi Grammy. E alle sfilate sono state un must
























Craxi fu l’unico che ebbe il coraggio di denunciare Soros in diretta tv.



Quando Craxi lanciò l’accusa: “Come Soros è uno squalo della Finanza e come distrusse la Lira italiana”. Che la figura dell’ex Presidente del Consiglio Bettino Craxi – poi rifugiatosi e deceduto in Tunisia – faccia discutere ancora oggi è un dato oggettivo. Ma pochi ricordano una sua affermazione che mette in gioco alcuni “fenomeni” che ancora oggi riguardano la Storia d’Italia e del mondo interno: “Il finanziere squalo Soros fece una colossale speculazione sulla lira guadagnando una cifra colossale…grandi intrighi, grandi avventure, alle quali sono portati molto spesso i grandi gruppi finanziari” – dichiarò infatti Craxi nel corso di un’intervista.  Nella storia economica dell’Europa, il mercoledì nero è il 16 settembre 1992 quando la lira italiana e la sterlina inglese furono costrette ad uscire dallo SME, in conseguenza secondo alcuni di una speculazione finanziaria da cui ricavò profitto soprattutto il finanziere George Soros. Soros vendette sterline allo scoperto per un equivalente di più di 10 miliardi di dollari e causò una perdita di valore della lira sul dollaro del 30%, guadagnando una cifra stimata attorno agli 1,1 miliardi di dollari. Il video di seguito documenta le dichiarazioni di Craxi. NOTARE che solo Craxi ha il coraggio di fare il nome di Soros, mentre gli altri politici del video, di estrazione democristiana, come lo sono oggi alcuni di FI e alcuni del centrosinistra, mostrano un rispetto quasi reverenziale per Soros definendolo con un semplice “I SOLITI NOTI”.