di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
Si conferma la politica vaccinista della Chiesa di Jorge Bergoglio che, il 10 febbraio scorso, ha nominato la Professoressa Katalin Karicò, docente presso l’Università di Sveget, in Ungheria, membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita. La Karicò è considerata l’inventrice del siero covid mRNA o, meglio, del metodo per sostituire la uridina con N1-metilpseudouridina che è servito a rendere il mRNA dei cosiddetti “vaccini” più resistente alla degradazione naturale e quindi più duraturo nel corpo degli inoculati.
Nell’articolo che pubblichiamo di seguito a questa introduzione (lo rilanciamo con il permesso dell’autore che l’ha scritto per La Nuova Bussola Quotidiana) il professor Paolo Bellavite sottolinea la potenziale pericolosità delle proteine indesiderate che possono essere prodotte a seguito della vaccinazione e muove dubbi rispetto a questa nomina che appare profondamente incoerente per la Pontificia Accademia per la Vita dal momento che alcuni di questi vaccini contengono anche materiale derivato da aborti volontari. Bellavite fa notare, inoltre, che la Karicò siederà accanto ad altri due convinti vaccinisti: Walter Ricciardi che è stato nominato nel 2021 (fu responsabile, insieme alla ministra Lorenzin, della stretta sull’obbligo vaccinale che ha escluso i bambini non in regola da nidi e asili) e il professor Angelo Vescovi, biologo e farmacologo che si è espresso pubblicamente e duramente contro i medici sfavorevoli alla vaccinazione.
Per completezza, bisognerebbe aggiungere che in seno alla Pontificia Accademia per la Vita dal 2022 c’è anche un’altra presenza piuttosto controversa: quella di Mariana Mazzucato, accademica internazionale, agenda contributor per il World Economic Forum (WEF) nonché membro della Task Force pandemica di Vittorio Colao durante i lockdown del governo Conte e aperta sostenitrice dell’aborto.
Dunque, due brevi considerazioni prima di concludere.
In primo luogo, non può lasciare indifferenti il riconoscimento politico da parte della Chiesa a queste persone che a vario titolo hanno contribuito e contribuiscono a rendere inattaccabile la narrazione sui vaccini. Come se, ignorando totalmente tutti quelli che sono stati danneggiati, o peggio hanno perso la vita in seguito alla inoculazione (per molte categorie obbligatoria), si volesse in qualche modo zittire un dibattito serio su questa tematica tanto delicata.
In seconda battuta non si può non ricordare che quando l’undici febbraio 1994 Giovanni Paolo II istituì la Pontificia Academia per la Vita con un motu proprio scrisse che “scienza e tecnica, poste al servizio della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, devono contribuire al bene integrale dell’uomo” e che compito della PAV sarebbe stato quello di “studiare in un’ottica interdisciplinare i problemi riguardanti la promozione e la difesa della vita, di informare in maniera chiara, tempestiva e capillare i responsabili della Chiesa, delle varie istituzioni di scienze biomediche e delle organizzazioni socio-sanitarie su quanto è stato oggetto di studio, nonché di formare, nel rispetto del magistero della Chiesa, a una cultura della vita”. Il Papa precisò, inoltre, che i membri dell’Accademia avrebbero dovuto essere nominati dal Santo Padre “sulla base della loro serietà professionale, della loro competenza e del loro inequivocabile servizio al diritto alla vita di ogni persona umana” e che la qualità di accademico si sarebbe persa in caso di azione o dichiarazione pubblica contraddittoria ai principi relativi al valore della vita e della dignità della persona.
Obiettivamente, queste nomine danno di che riflettere. Come hanno dato da riflettere, a suo tempo, le parole del Pontefice “Il vaccino è un atto di amore”, le iniezioni di COVID-19 imposte ai giornalisti dell’aereo dei viaggi apostolici quando l’obbligo in larga parte era decaduto nel resto del mondo, e come ha dato da riflettere, ancor di più, la vicenda della guardia svizzera costretta a lasciare il Vaticano per il suo rifiuto di sottoporsi alla siringa mRNA (non è stato l’unico caso, altri colleghi o si sono dimessi o sono stati licenziati).
Per la maggior parte della popolazione cattolica continua a essere tutto normale e regolare?
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di Paolo Bellavite, lanuovabq.it
Con uno scarno comunicato la agenzia SIR fa sapere che il 10 febbraio il papa ha nominato Katalin Karikó membro ordinario della Pontificia Accademia della Vita.
Invece che recitare un mea culpa sulla giustificazione dei prodotti contenenti materiale derivato da aborti volontari (AstraZeneca e Johnson & Johnson), invece di ritrattare le improvvide dichiarazioni sull’efficacia “altruistica” degli inoculi biotech (fatte nell’agosto 2021 e poi ripetute quando già si sapeva che erano false), invece di spendere una parola di compassione per i moltissimi danneggiati e le danneggiate che gli hanno creduto, Bergoglio ora insiste sulla linea vaccinista ad oltranza.
Chi è Karikó? Insieme a Drew Weissman, Katalin Karikó ha ottenuto il Premio Nobel per la Medicina per l’invenzione del metodo per sostituire la uridina con N1-metil pseudouridina, che è servito a rendere il mRNA dei cosiddetti “vaccini” più resistente alla degradazione naturale e quindi più duraturo nel corpo degli inoculati.
Peccato che ciò si sia rivelato anche il modo per prolungare la produzione di proteina spike tossica da parte delle cellule in cui le nanoparticelle sono riuscite ad entrare e quindi la ragione di tanti inattesi effetti avversi e di autoimmunità. Peccato che la biodistribuzione nel corpo umano e la cancerogenicità di tali nanoparticelle non è stata mai studiata. Un altro guaio inatteso è che si generano nuove proteine come risultato del “frameshifting” ribosomiale: i ribosomi “leggono” male la sequenza e di tanto in tanto saltano delle basi e quindi creano nuovi moduli di lettura (ORF, Open Reading Frames), cambiando il prodotto in termini di aminoacidi. Le proteine derivate da tali errori sono anomale, inesistenti in natura e quindi potenzialmente pericolose.
La formazione di queste proteine fuori bersaglio non è descritta nel foglietto illustrativo dei prodotti, ma la scoperta che le proteine indesiderate possono essere prodotte a seguito della vaccinazione dovrebbe essere motivo sufficiente per le autorità di regolamentazione per condurre valutazioni complete del rischio dei danni passati o futuri che potrebbero derivarne.
Con questa nomina si conferma la linea di Bergoglio verso la promozione del vaccinismo estremo e acritico. Ricordiamo che un altro membro della stessa Accademia nominato nel 2021 è Walter Ricciardi, che sostenne a spada tratta la ministra Lorenzin con le sue balle su morbillo, polio e difterite, spinse verso l’obbligo vaccinale e gioì della radiazione di pochi medici “dissenzienti”. Karikó nell’Accademia si troverà anche in compagnia con Angelo Vescovi, noto per le sue ricerche sulle staminali e anche per aver dichiarato che «chi non si vaccina non può fare il medico» e simili amenità.
Proprio un bel trio, che influenzerà le dichiarazioni ufficiali in materia per i prossimi anni. In Vaticano si continua ad adorare il dio vaccino, perdendo sempre più credibilità.
Paolo Bellavite
FONTE: https://lanuovabq.it/it/un-nobel-alla-pav-per-lodare-e-incensare-il-dio-vaccino
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Paolo Bellavite è medico ed ematologo, ha insegnato Patologia Generale presso l’Università di Verona fino al 2017, ora continua studi e ricerca biomedica come indipendente. Si è occupato di tecniche di laboratorio, stress ossidativo, immunofarmacologia, medicine complementari, storia della medicina, vaccinologia.
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